Trasferta non lontano da casa - poco più di cinquanta chilometri - in cerca con la mia famiglia di refrigerio, unita alla nostra consueta visita annuale al Santuario Francescano de La Verna.
Ma anche in una giornata apparentemente così semplice, si annidano spesso degli episodi più o meno disdicevoli.
Si comincia col parcheggio: o decidi di arrivare all'alba oppure metti in conto di pagare una bella cifretta pur di soddisfare la tua spiritualità.
Una volta parcheggiato, se si ha bisogno (come per noi) di un passeggino o carrozzina, c'è da affrontare il tortuoso percorso verso il Santuario. E' uno dei pochi casi in cui io vedrei di buon occhio almeno una sana pista fatta di catrame liscio e scorrevole. E' pur vero che il percorso tortuoso può essere inteso ed anche voluto per una sorta di penitenza. Ma non era il caso di mia figlia di diciassette mesi. In caso ne avrei avuto bisogno io, visto che anche oggi nonostante tutto ho collezionato una serie di pensieri negativi verso il prossimo.
Altro rospo da ingollare sono sicuramente le decine e decine di auto a cui viene consentito, in alcuni casi senza una ragione apparentemente valida (cioè senza vecchietti bisognosi a bordo per intendersi), di intrufolarsi fin quasi dentro al Santuario, creando scompiglio fra i pellegrini che avanzano brancolando tra l'ombra e i rari sprazzi di calura, lanciando mentalmente anatemi contro alcune mamme. Non sarebbe meglio organizzare un piccolo pulmino che collegasse continuamente il parcheggio al Santuario? Non ci sarebbe certo questo andirivieni di auto dei pellegrini.
Già, i pellegrini. Pur sentendomi sempre parte di questa famiglia - oggi in modo particolare - ne odio una bella porzione. Sì, perché molti credono che a loro tutto sia dovuto e possono sbattersene del resto, bimbi sui passeggini compresi. Meno male che ci sono molte altre persone a controbilanciare questi atteggiamenti deprecabili.
Ma l'episodio che più mi ha colpito è stato un altro. Colpito non è la parola giusta, direi piuttosto che mi ha lasciato a bocca aperta. E adesso col senno di poi vorrei tornare indietro nel tempo per intervenire e dire la mia.
Casualmente mi sono fermato all'ombra nei pressi di un gruppetto di persone tra cui un frate, un paio di turisti e un volontario proprio di fronte al Santuario. Il frate ha chiesto al volontario che gli si era avvicinato quando avesse cominciato il proprio servizio e lui gli ha risposto dalle due del pomeriggio (tra l'altro io l'avevo visto all'opera anche la mattina quindi non mi sembrava un nullafacente imboscato, anzi!). Essendo le due e mezza, il frate probabilmente si è sentito in diritto di riprendere l'operato del povero volontario asserendo che aveva visto entrare "cani, gatti, scosciate e canottiere", manco a dire la peggio feccia dell'universo! E a suo dire, il volontario avrebbe dovuto impedire tutto ciò. L'accusato però pensando che fosse vittima di uno scherzo ha sorriso a queste accuse. Al che il frate ha cominciato ad alterarsi dicendo più volte "Guarda che io non ci rido eh!". Poi però, accortosi di essere ascoltato da circa una ventina di persone, ha obbligato il volontario a seguirlo in un luogo più appartato per finire il cazziatone, addirittura arrivando a minacciare il poveretto di riferire tutto ad un certo personaggio che, se non ho sentito male, era il Guardiano (ho messo la maiuscola perché mi ha dato proprio l'impressione che questo tizio fosse un personaggio "di spicco"!).
Ora, la prima cosa che mi è venuta in mente è che questi volontari non credo siano soldati mercenari assassini pronti col fucile spianato ad accoppare i peccatori. Ma l'arrogante autorità del frate è la cosa che mi ha lasciato più sbigottito. Come può la Chiesa far avvicinare i giovani o i dubbiosi a Dio se in prima linea mandano certa gente? Chi gli dà il diritto di comportarsi come se fosse a casa sua? Un tempio di qualunque religione è la casa di tutti e non di un gruppo e basta. Non è con i gazebi con sù scritto "Accoglienza per i giovani" che i giovani si avvicineranno alla Chiesa, ma con le persone giuste e carismatiche. Ho notato con piacere la presenza di numerosi frati in età giovane intorno al Santuario ma poi questa scenetta è stata come una coltellata al fianco.
I nostri vecchi dicono che è giusto coprirsi quando si va a visitare dei santuari ed è altrettanto giusto che queste persone ci facciano notare le nostre disattenzioni nel vestirsi. Io invece credo che sia il momento di finirla con queste usanze medievali. Una semplice canottiera con dei jeans non può essere percepita come mancanza di rispetto. Ma dove sta scritta questa regola? Ma soprattutto chi è tra gli uomini che ha la capacità di giudizio imparziale per applicare ancora queste usanze? Oggi ho visto riprendere una signora assolutamente consona nei vestiti ma... aveva una canottiera, peraltro nemmeno scollata!
E' così che Gesù avrebbe voluto si comportassero la sua Chiesa e i suoi ministri?
E' così che si opera per riavvicinare la gente a Dio?
1 commento:
Mi sono dimenticato un paio di considerazioni: l'affermazione del frate sugli animali fa ancora più pena se si pensa che San Francesco adorava gli animali. E poi le intenzioni per le messe: vedere la gente tirar fuori delle banconote mentre il volontario scriveva il testo sotto dettatura mi ha dato l'idea di un atto di compravendita che con la Chiesa non ha nulla a che fare.
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