Forse non tutti sanno che da una ventina di giorni abbiamo una nuova battifollina: la Kasia è infatti diventata cittadina italiana il 9 novembre scorso acquisendo così diritti e doveri di qualsiasi altro cittadino italiano. La cerimonia, più bella di quando potessimo prevedere, si è svolta al primo piano del palazzo comunale di piazza Cadorna, alla presenza dell'assessore all'integrazione Stefania Magi. Erano presenti una ventina di candidati, tra le nazionalità più disparate: russi, albanesi, macedoni, dominicani, polacchi, ecc.
Prima di tutto è stato cantato l'inno di Mameli con una discreta partecipazione. E' poi seguito il discorso di apertura dell'assessore Stefania Magi, persona solare e rassicurante che ha accolto ciascun nuovo cittadino con due baci simbolizzanti il benvenuto e l'affetto della comunità aretina.
Per chi non ha mai avuto a che fare con queste cose, non può immaginare che valore psicologico e pratico abbia la cittadinanza. Prima di tutto la solennità del momento, il giuramento sulla costituzione italiana e sul rispetto delle leggi vale già di per sé il "prezzo del biglietto" che non è poco: infatti l'iter burocratico, inasprito dalla legge Bossi-Fini e forse da altre leggi successive è diventato complicato e tortuoso. Oltre che di una bella somma in denaro, c'è bisogno di certificati penali (in Italia e del proprio paese di origine), certificato di nascita, oltre che essere in una delle condizioni elencate nel sito del ministero degli interni (per esempio matrimonio da almeno due anni con cittadino italiano). Ovviamente per tutti i documenti in lingua straniera, c'è bisogno della traduzione effettuata da ambasciate o consolati vari che si fanno pagare profumatamente (oltre allo scomodo dello spostamento, in quanto molti sono a Roma).
Gli altri aspetti importanti sono più pratici: iscrizione al servizio sanitario nazionale senza più scadenze, diritto al voto anche per le elezioni politiche, documenti italiani validi per l'espatrio, oltre che regolarizzazione di una situazione ormai definitiva e cioè il vivere la propria vita sul suolo italiano. Anche nella presentazione di un curriculum ciò diventa una voce importante, in quanto molti ancora guardano allo straniero con diffidenza e quindi la cittadinanza italiana può contribuire a "tranquillizzare" eventuali datori di lavoro.
Diciamo quindi che il 9 novembre 2012 è stato un giorno importante per molti di questi candidati, anche se non sono mancate situazioni un pò deprecabili: c'è stato infatti chi non ha saputo nemmeno leggere correttamente la formula del giuramento in italiano e questo forse potrebbe essere il requisito mancante. Infatti conoscere in modo perlomeno sufficiente la lingua italiana scritta e parlata dovrebbe essere importante quanto presentare un certificato penale tradotto.
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