giovedì 4 ottobre 2012

Matrimonio a Varsavia - Wedding in Warsaw

Lo so, forse non c’entra molto con questo blog ma in fondo quattro degli invitati erano battifollini quindi si può anche inserire in questo contesto.
Non vorrei poi esagerare con i complimenti, anche in virtù del fatto che non posso dire (purtroppo) di conoscere benissimo gli sposi. Per conoscersi, una delle migliori strade da percorrere sarebbe quella di condividere esperienze, vacanze ma soprattutto la vita quotidiana e, ahimé, in questo non ci siamo..
Tuttavia DEVO spendere qualche parola per queste due belle persone, Ania e Tomasz.
Cari ragazzi… anzi, cari amici… beh porca miseria, dovrei dire cari parenti! Vabbè, cari Sposi, non mi sono mai sentito tanto benvoluto ad un matrimonio quanto al Vostro. Voi e le Vostre famiglie siete stati davvero superlativi. Se poi penso alla mia famiglia polacca, posso dire tranquillamente che non ho preso l’aereo per andare in un Paese straniero o per andare all’estero, ma per andare in un posto che sento casa mia, la mia seconda casa. Posso dire di averVi conosciuti solamente circa due anni fa quando siete venuti a trovarci qui a Battifolle e Vi abbiamo ospitato per la notte. Non è stato molto tempo però ci siamo subito trovati. Con Ania non era la prima volta che ci vedevamo però io in quegli incontri di famiglia con cento persone non riesco (o meglio, non riuscivo) a dare il meglio di me stesso e mi dispiace.
Mi aspettavo di partecipare al classico matrimonio polacco, quello descrittomi da varie persone come un’onda d’urto di un fiume in piena di vodka che scorre incessantemente e prepotentemente per un paio di giorni. In realtà la semplicità e la schiettezza che ha caratterizzato la Vostra unione sono state le vere protagoniste ed hanno reso la serata davvero unica anche per i partecipanti. Non so bene come di solito succede, però nei matrimoni ai quali ho partecipato in Italia (compreso il mio e della Kasia), sono gli sposi che in un certo senso si aspettano un qualcosa dagli invitati: sorprese, scherzi, esagerazioni varie. Non avevo mai visto una situazione in cui gli invitati sono messi al centro dell’evento dagli stessi sposi: è per me una cosa originale e meravigliosa.
Cosa dire della comunicazione? La lingua più parlata è stata l’inglese! I polacchi la facevano da padroni, ma poi c’erano danesi, olandesi, inglesi, italiani e persino un egiziano, se le mie fonti sono attendibili. E’ stato un matrimonio cosmopolita ed anche europeista. Si parla tanto di euro, banche centrali europee e altre cazzate, ma mai come sabato sera mi sono sentito un europeo. Anche se, durante le presentazioni, quando mia moglie rimarcava il fatto che eravamo italiani, quasi volevo far finta di niente, tanto adesso non va più di moda, ed anzi ci sarebbe quasi da vergognarsi per come ci hanno ridotto i nostri politici!
Se un domani esisterà mai un’Europa realmente unita, spero che prenda esempio da Voi, dal Vostro coraggio, dal Vostro spirito di adattamento, dalla Vostra intraprendenza, dalla Vostra simpatia, dal Vostro socializzare, dalla Vostra grande voglia di costruire un futuro migliore.
Eppoi ormai vanno dette tutte: cari lettori, sappiate che questi due sposi hanno voluto talmente tanto la nostra presenza che hanno insistito per comprarci loro il biglietto aereo. Ora, non so se tale usanza esista anche in Italia ma io sinceramente l’ho sentita solo dai miei suoceri che a suo tempo pagarono l’albergo ai polacchi che vennero al Mitch&Kasia wedding.
Quindi davvero a questo punto non c’è molto altro da aggiungere.
Solo grazie di cuore per averci reso partecipi delle Vostre nozze, sperando di rivederci quanto prima.
E buona Bangkok!

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I know, maybe it has not to do a lot with this blog, but in the bottom four of the guests were people from Battifolle, then it can also enter in this context.
Then I would not go overboard with the compliments, also in virtue of the fact that I can not say (unfortunately) to know very well the bride and groom. To know, one of the best ways to go would be to share experiences, holidays but especially the daily life and, alas, in this we did not ..
But I MUST say a few words for these two beautiful people, Ania and Tomasz.
Dear boys ... well, dear friends ... well damn, I should say dear relatives! Oh, dear Newlyweds, I've never felt so welcome to a wedding like as to Yours. You and Your families have been really superb. If then I think to my Polish family, I can safely say that I did not take the plane to go to a foreign country or to go abroad, but to go to a place that I feel my house, my second home. I can say tp have You known only about two years ago when You came to visit us here in Battifolle and we have hosted You for the night. It was not for long time however we soon found and understood. With Ania it was not the first time we met but I in those family meetings with a hundred people I can not (or rather, I could not) to give the best of myself and I'm sorry.
I expected to participate to a traditional Polish wedding, as described to me by various people as a shock wave of a vodka’s river in flood, flowing incessantly and forcefully for a couple of days. In fact, the simplicity and directness that has characterized Your marriage were the true protagonists and made the evening unique for the participants. I do not know how it usually happens, but in marriages in which I participated in Italy (including my own and Kasia), the spouses usually expect something from guests: surprises, jokes, various exaggerations. I've never seen a situation where the guests are placed at the center of the event by the spouses: it is for me something original and wonderful.
What about communication? The most spoken language was English! The Poles were the masters, but then there were people from Denmark, Netherlands, England, Italy and even Egypt, if my sources are reliable. It was a marriage cosmopolitan and even European. We use to talk about euro, central banks and other craps, but never as Saturday night, I felt an European. Although, during the presentations, when my wife remarked on the fact that we were Italians, I almost wanted to pretend that nothing happened, as now is no longer in fashion, and rather there would almost to be ashamed of how we have reduced by our politicians!
If tomorrow there will never be a truly united Europe, I hope it will take example by You, by Your courage, by Your ability to adapt, by Your enterprise, by Your shine, from Your socializing, by Your great desire to build a better future.
And then, now I need to said everything: dear readers, You must know that the two spouses have wanted so much our presence that they insisted to buy us the airfare. Now, I do not know if this custom also exists in Italy, but I honestly have only heard it from my in-laws which - at that time - paid the hotel to the Poles who came to Mitch & Kasia wedding.
So really at this point there is not much else to add.
Just thank you for making us partakers of your wedding, hoping to meet You again as soon as possible.
And good Bangkok!

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