Lo so, forse non c’entra molto con questo blog ma in fondo
quattro degli invitati erano battifollini quindi si può anche inserire in questo
contesto.
Non vorrei poi esagerare con i complimenti, anche in virtù
del fatto che non posso dire (purtroppo) di conoscere benissimo gli sposi. Per
conoscersi, una delle migliori strade da percorrere sarebbe quella di
condividere esperienze, vacanze ma soprattutto la vita quotidiana e, ahimé, in
questo non ci siamo..
Tuttavia DEVO spendere qualche parola per queste due belle
persone, Ania e Tomasz.
Cari ragazzi… anzi, cari amici… beh porca miseria, dovrei
dire cari parenti! Vabbè, cari Sposi, non mi sono mai sentito tanto benvoluto
ad un matrimonio quanto al Vostro. Voi e le Vostre famiglie siete stati davvero
superlativi. Se poi penso alla mia famiglia polacca, posso dire tranquillamente
che non ho preso l’aereo per andare in un Paese straniero o per andare
all’estero, ma per andare in un posto che sento casa mia, la mia seconda casa.
Posso dire di averVi conosciuti solamente circa due anni fa quando siete venuti
a trovarci qui a Battifolle e Vi abbiamo ospitato per la notte. Non è stato
molto tempo però ci siamo subito trovati. Con Ania non era la prima volta che
ci vedevamo però io in quegli incontri di famiglia con cento persone non riesco
(o meglio, non riuscivo) a dare il meglio di me stesso e mi dispiace.
Mi aspettavo di partecipare al classico matrimonio polacco,
quello descrittomi da varie persone come un’onda d’urto di un fiume in piena di
vodka che scorre incessantemente e prepotentemente per un paio di giorni. In
realtà la semplicità e la schiettezza che ha caratterizzato la Vostra unione
sono state le vere protagoniste ed hanno reso la serata davvero unica anche per
i partecipanti. Non so bene come di solito succede, però nei matrimoni ai quali
ho partecipato in Italia (compreso il mio e della Kasia), sono gli sposi che in
un certo senso si aspettano un qualcosa dagli invitati: sorprese, scherzi,
esagerazioni varie. Non avevo mai visto una situazione in cui gli invitati sono
messi al centro dell’evento dagli stessi sposi: è per me una cosa originale e
meravigliosa.
Cosa dire della comunicazione? La lingua più parlata è stata
l’inglese! I polacchi la facevano da padroni, ma poi c’erano danesi, olandesi,
inglesi, italiani e persino un egiziano, se le mie fonti sono attendibili. E’
stato un matrimonio cosmopolita ed anche europeista. Si parla tanto di euro,
banche centrali europee e altre cazzate, ma mai come sabato sera mi sono
sentito un europeo. Anche se, durante le presentazioni, quando mia moglie
rimarcava il fatto che eravamo italiani, quasi volevo far finta di niente, tanto
adesso non va più di moda, ed anzi ci sarebbe quasi da vergognarsi per come ci
hanno ridotto i nostri politici!
Se un domani esisterà mai un’Europa realmente unita, spero
che prenda esempio da Voi, dal Vostro coraggio, dal Vostro spirito di
adattamento, dalla Vostra intraprendenza, dalla Vostra simpatia, dal Vostro
socializzare, dalla Vostra grande voglia di costruire un futuro migliore.
Eppoi ormai vanno dette tutte: cari lettori, sappiate che
questi due sposi hanno voluto talmente tanto la nostra presenza che hanno
insistito per comprarci loro il biglietto aereo. Ora, non so se tale usanza
esista anche in Italia ma io sinceramente l’ho sentita solo dai miei suoceri
che a suo tempo pagarono l’albergo ai polacchi che vennero al Mitch&Kasia wedding.
Quindi davvero a questo punto non c’è molto altro da
aggiungere.
Solo grazie di cuore per averci reso partecipi delle Vostre
nozze, sperando di rivederci quanto prima.
E buona Bangkok!
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I know,
maybe it has not to do a lot with this blog, but in the bottom four of the
guests were people from Battifolle, then it can also enter in this context.
Then I
would not go overboard with the compliments, also in virtue of the fact that I
can not say (unfortunately) to know very well the bride and groom. To know, one
of the best ways to go would be to share experiences, holidays but especially
the daily life and, alas, in this we did not ..
But I MUST
say a few words for these two beautiful people, Ania and Tomasz.
Dear boys
... well, dear friends ... well damn, I should say dear relatives! Oh, dear Newlyweds,
I've never felt so welcome to a wedding like as to Yours. You and Your families
have been really superb. If then I think to my Polish family, I can safely say
that I did not take the plane to go to a foreign country or to go abroad, but
to go to a place that I feel my house, my second home. I can say tp have You
known only about two years ago when You came to visit us here in Battifolle and
we have hosted You for the night. It was not for long time however we soon found
and understood. With Ania it was not the first time we met but I in those
family meetings with a hundred people I can not (or rather, I could not) to
give the best of myself and I'm sorry.
I expected
to participate to a traditional Polish wedding, as described to me by various
people as a shock wave of a vodka’s river in flood, flowing incessantly and
forcefully for a couple of days. In fact, the simplicity and directness that
has characterized Your marriage were the true protagonists and made the evening
unique for the participants. I do not know how it usually happens, but in
marriages in which I participated in Italy (including my own and Kasia), the
spouses usually expect something from guests: surprises, jokes, various exaggerations.
I've never seen a situation where the guests are placed at the center of the
event by the spouses: it is for me something original and wonderful.
What about
communication? The most spoken language was English! The Poles were the
masters, but then there were people from Denmark, Netherlands, England, Italy
and even Egypt, if my sources are reliable. It was a marriage cosmopolitan and
even European. We use to talk about euro, central banks and other craps, but
never as Saturday night, I felt an European. Although, during the
presentations, when my wife remarked on the fact that we were Italians, I almost
wanted to pretend that nothing happened, as now is no longer in fashion, and rather
there would almost to be ashamed of how we have reduced by our politicians!
If tomorrow
there will never be a truly united Europe, I hope it will take example by You,
by Your courage, by Your ability to adapt, by Your enterprise, by Your shine,
from Your socializing, by Your great desire to build a better future.
And then,
now I need to said everything: dear readers, You must know that the two spouses
have wanted so much our presence that they insisted to buy us the airfare. Now,
I do not know if this custom also exists in Italy, but I honestly have only
heard it from my in-laws which - at that time - paid the hotel to the Poles who
came to Mitch & Kasia wedding.
So really
at this point there is not much else to add.
Just thank
you for making us partakers of your wedding, hoping to meet You again as soon
as possible.
And good Bangkok!
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