domenica 18 ottobre 2009

Il veganismo

Questa mattina, girando per i banchi della Fiera dei Sapori, mi sono imbattuto in una ragazza che distribuiva dei volantini. Come per automatismo ho accettato il depliant e gli ho dato un'occhiata veloce ma senza dargli importanza. Una volta tornato a casa, l'ho letto con più attenzione e sono rimasto stupito da quello che c'era scritto.
Detta brevemente, il volantino dava risalto ad uno stile di vita molto più rigido e restrittivo della classica dieta vegetariana: il veganismo.
Secondo tale veganismo non solo non si dovrebbe mangiare la carne (come per i vegetariani) ma addirittura anche tutto ciò che deriva dallo sfruttamento degli animali (uova, latticini, ecc. ecc.), onde evitare un impatto su ciò che ci circonda. Addirittura sembra che anche la frutta debba essere consumata solo nel momento in cui cade a terra dall'albero ed è quindi "morta", altrimenti rechiamo danno all'ambiente. Ho fatto un salto su Wikipedia per avere più informazioni:

* "Le principali motivazioni addotte dai vegani per la loro scelta di vita sono l'impegno a favore della causa dei diritti animali e motivazioni etiche correlate come l'/antispecismo/, ma sono anche frequentemente citate ragioni di ordine /ambientalista/, /salutista/, /religioso /e /spirituale/".

* "Sebbene esistano studi scientifici che sostengono che una dieta vegana accuratamente pianificata possa essere salutare, è anche dimostrato che una dieta vegana adottata in modo indiscriminato/può condurre a carenze anche gravi di calcio, iodio, vitamina B12 e vitamina D/".

Ora, se il tutto fosse legato ad una semplice associazione, non avrei da obiettare assolutamente nulla in quanto ognuno è libero di scegliere la propria alimentazione e pure di pubblicizzarne i presunti benefici. Poi però ho girato il depliant e nell'ultima pagina ho letto: "Progetto realizzato da *Comune di Arezzo Assessorato Diritti Animali* in collaborazione con bla-bla-bla".

Quello che vorrei sapere è se si può quindi utilizzare denaro pubblico per pubblicizzare uno stile di vita assai discutibile che può portare ad avere problemi di salute? Una dieta opinabile che secondo pochissimi è la cosa migliore da fare può essere propagandata da un ente pubblico che dovrebbe fare della salute dei cittadini il primo punto della propria azione politica?

Avrei voluto scrivere direttamente all'indirizzo assessore.innovazione@comune.arezzo.itIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ma già l'e-mail mi ha fatto sorridere. Ma che innovazione è?

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